Aspettando di sapere se a fine gennaio 2017 entrerà in vigore la Riforma Madia, che potrebbe snellire la burocrazia per gli interventi di recupero edilizio, vediamo quando e se è necessario richiedere le autorizzazioni e quale documentazione presentare per i lavori di ristrutturazione interna.

Negli ultimi anni per le ristrutturazioni interne la procedura è stata già semplificata e in alcuni casi non è necessaria alcuna richiesta. Va tenuto, però, conto che la normativa può cambiare da Comune a Comune ed è quindi sempre consigliabile rivolgersi a un geometra, un ingegnere edile o a un architetto.

La sostituzione dei pavimenti, la tinteggiatura delle pareti, il rifacimento dell’impianto elettrico così come la sostituzione delle tubature e della caldaia, sono considerate opere di manutenzione ordinaria e non necessitano, quindi, della presentazione di comunicazione.

Se, invece, il vostro intervento di ristrutturazione prevede la variazione volumetrica dell’immobile attraverso la creazione, per esempio, di un soppalco o l’abbattimento di una parete è necessario fare richiesta del “permesso di costruire”.

Ma vediamo più nel dettaglio. Se avete deciso di eliminare un muro non portante può bastare il CIL (Comunicazione Inizio Lavori) che non prevede tempi di attesa né autorizzazioni. È però necessario comunicare i dati dell’impresa che ha in carico i lavori accompagnati dalla relazione di un tecnico abilitato che assicuri la conformità degli interventi ai regolamenti edilizi e alle norme vigenti. L’iter burocratico cambia se avete deciso di abbattere un muro portante o accorpare due unità diverse. In questo caso è necessario richiedere il “permesso di costruire” al Comune in cui è situato l’immobile allegando il parere tecnico di un ingegnere e aspettare l’autorizzazione.

Se volete ottenere una stanza in più creando un soppalco con permanenza di persone, bisogna attenersi al regolamento locale che definisce le altezze minime previste, fare richiesta del permesso di costruire, allegando il progetto e il parere del tecnico, e aspettare l’autorizzazione. Per quanto riguarda il soppalco inteso come struttura permanente di arredo (che non prevede parametri di altezze da rispettare e non cambia la volumetria dell’immobile) non è necessaria alcuna autorizzazione. Se il vostro intervento è finalizzato a ottenere un magazzino soppalcato senza permanenza di persone è necessario fare una Dichiarazione di Inizio Attività (DIA) con tempi di attesa di circa 30 giorni. Anche in questo caso è consigliabile informarsi sulla normativa vigente nel Comune in cui è situato l’immobile.

Per la ristrutturazione del bagno, se non prevede cambi volumetrici dell’immobile, basta semplicemente la presentazione della CIL.